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India, viaggio fra passato e presente

01.09.2021
Indice

L’India di oggi è una nazione che vive sospesa fra passato antico e modernità, fra tecnologia e misticismo. Le forti tradizioni convivono con le tecnologie moderne, in straziante contraddizione.
Delhi, Agra, Jaipur, Jodphur e Udaipur: un viaggio fra le regioni dell’Uttar Pradesh e del Rajasthan alla scoperta della spiritualità indiana e della doppia identità di questa nazione.

Delhi: presente e passato

Oltre ad essere la capitale dell’India, Delhi è la principale porta d’accesso per l’intero paese, dalla quale passano quasi tutti i visitatori occidentali. Atterrare a Delhi ed immergersi fra le sue infinite diversità culturali e sociali può essere considerato un rito d’iniziazione. Una città enorme, popolatissima e capace di offrire scenari urbani sempre nuovi ed inediti. Delhi è l’insieme di sette città che, complice la colonizzazione inglese, oggi formano una metropoli moderna ma dal cuore antico. Qui convivono monaci e manager, attori di Bollywood e mendicanti, guru e programmatori, induisti e buddisti. A Delhi si sorseggia tè darjeeling, lassi alla frutta e birra (preferibilmente la secca e amarognola Indian Pale Ale), nascono start up tecnologiche e si prega agli angoli delle strade davanti a piccoli templi. La parte vecchia della città ha un fascino unico, in aperto contrasto con quella nuova. Dal Forte Rosso – grandioso testimone dell’epoca Moghul – che si estende lungo il fiume Yamuna, alla cosiddetta Friday Mosque, la celebre moschea di Masjid costruita a meta del Seicento, tutto contribuisce a creare un’atmosfera fuori del tempo. Per non parlare del toccante memoriale di Gandhi (il famoso Raj Ghat), oppure dello splendido complesso cinquecentesco della Tomba di Humayun, testimonianze diverse ma affini della spiritualità locale. A Delhi ci si può avventurare per Silver Street e arrivare fino al mercato di Chandni Chowk dove si trova il cuore più genuino di questa città. Animali e stoffe, barbieri e dentisti, gioielli e spezie, lustrascarpe e venditori di oggetti tecnologici, frutta, verdura e dappertutto un aroma forte, caldo e speziato, al quale il visitatore deve abituarsi. Se questo non basta - per capire la grandezza e la magia di Delhi - ci sono ancora l’elegante tempio hindu di Birla Mandir, il severo e occidentale India Gate, il Qutub Minar (il più alto minareto in mattoni del mondo) e infine il tempio Bahai per i devoti di Bahá'u'lláh, profeta della religione bahá'í. Ce ne sono solo otto al mondo di questi templi e questo è il più grande.

Il misticismo del Taj Mahal

Per comprendere l’India e andare dritti al suo cuore antico, la cosa migliore da fare è compiere un percorso fra le regioni dell’Uttar Pradesh e del Rajasthan per visitarne tutte le città storiche: da Agra a Jaipur, da Jodphur ad Udaipur. Turisanda propone itinerari per scoprire tutto il fascino dell’India. Da Delhi ad Agra ci vogliono quattro ore di viaggio attraverso gli incantevoli e mutevoli scenari che dalla capitale attraversano la regione dell’Uttar Pradesh. Agra è la capitale di questo stato, il quinto per grandezza e il più popoloso di tutta l’India. Questa città è anche la ‘capitale’ dell’architettura dell’impero Moghul, di cultura islamica, che dominò l’India fra il Cinquecento e il Settecento. Stretti discendenti del feroce conquistatore Tamerlano, gli imperatori Moghul hanno realizzato in India delle architetture delicate ed eleganti. Su tutte, il dolcissimo e toccante Taj Mahal: un mausoleo costruito nel 1632 dall'imperatore Shah Jahan in onore della moglie preferita, la bella Arjumand Banu Begum. É un’offerta d’amore, sensuale e idealizzato, che si traduce nella sua raffinata architettura, ma anche una metafora della devozione religiosa. Di ben altro aspetto, invece, è il Forte Rosso di Agra: un’imponente fortificazione in arenaria rossa dall’aspetto solido e minaccioso. Ad un’ora di distanza dalla città si trova la città murata di Fatehpur Sikri il cui mix di stili – islamico e hindu – ricalca l’originaria visione Moghul in termini urbanistici.

Rosa e blu, i colori delle città

Jaipur e le sue fortificazioni si ergono fra le verdi colline circostanti. La città si vede bene anche da lontano, specialmente verso l’ora del tramonto quando il suo skyline si tinge delle sfumature del rosa, come il colore di gran parte delle sue abitazioni. Anche Jaipur – con i suoi ampi viali alberati - è una città antichissima, forse fra le più belle di tutta la nazione, tanto da essere definita la San Pietroburgo d'India. Qui il monumento simbolo è il tardo settecentesco Hawa Mahal, detto il Palazzo dei Venti. Otto piani di arenaria rosa con quasi un migliaio di nicchie, finestre e delicate decorazioni, fini ed elaborate come le trame di un ricamo, della stessa epoca dell’antico osservatorio astronomico Jantar Mantar. Affascinante il Jaipur City Palace che comprende i palazzi del Chandra Mahal e del Mubarak Mahal, antica ed opulenta abitazione del Maharaja locale. Poco distante dal centro cittadino si trova l’Amer fort, una splendida cittadella fortificata di oltre quattro chilometri, costruita nella più tradizionale architettura di stile hindu. Qui è consuetudine visitare le fortificazioni a dorso di elefante per scoprirne gli angoli più misteriosi. Per quanto antica, Jaipur ha un cuore moderno. La città, infatti, è al centro di un’iniziativa governativa per permettere ad ogni cittadino del Rajasthan di accedere alla pubblica amministrazione attraverso un’unica piattaforma digitale: l’evocativa e-mitra. Se Jaipur è la città rosa, Jodhpur è la città blu. Qui, infatti, le case sono dipinte di questo colore e si estendono come un’oasi in mezzo alle aree desertiche di Thar. Sulle case e i fitti reticoli di strade si staglia il Forte di Mehrangarh, situato su di una collina di centrotrenta metri. Dai suoi contrafforti si ha una vista mozzafiato sulla città che si estende come un mare blu fatto di basse abitazioni, alberi e strade strette. Da qui si vede il Jaswant Thada, un mausoleo in marmo bianco, e il brulicare del mercato di Sardar con tanto di clienti, venditori, animali e merci. Jodhpur – pur rispettando le proprie radici antiche – è una città in sviluppo costante dove il contrasto con la modernità delle nuove costruzioni e il diffondersi delle tecnologie è decisamente evidente. Nei mercati, infatti, non è difficile trovare venditori di spezie accanto a piccole botteghe con accessori per smartphone, DVD, hard disk o laptop. Mentre in alcune botteghe si realizzano vestiti tradizionali con macchine da cucire a pedali, in altre si riparano gli schermi degli ultimi tablet arrivati sul mercato. La modernità, qui, va di pari passo con la tradizione. Abbandonando il deserto e puntando verso sud ovest si arriva ad Udaipur, spesso soprannominata la città dei Laghi per l’abbondanza degli specchi d’acqua che si trovano da queste parti. Lo stile architettonico che la caratterizza risale all’epoca del suo massimo splendore, l’era Rajput, e trova la sua sintesi in templi come Jagdish e Saheliyon ki bari. La vera emozione da provare ad Udaipur è quella di noleggiare una barca e osservare la città mentre si galleggia sul placido Lago Pichola. All’ora del tramonto le facciate dei palazzi e dei templi sembrano specchiarsi nelle acque creando effetti suggestivi. Sulle sponde del lago si possono vedere piccoli templi, fiori e incensi dedicati alle mille divinità del pantheon hindu. Una dimostrazione semplice di fede che spiega – attraverso un veloce sguardo – quanto la nazione indiana sia permeata di misticismo e quanto esso faccia realmente parte della vita di tutti i giorni.