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Gli angoli nascosti di un viaggio in Basilicata
Piccoli gioielli dell’entroterra
Visitiamo i gioielli come Venosa o i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa. Dopo pochi chilometri ci immergiamo nella zona protetta piu' vasta d'Italia e in una foresta di pino che arriva fino in spiaggia. La provincia di Potenza offre un'inaspettata molteplicità di ambienti, dove la storia e la natura si sono associate dando vita a centri urbani unici al mondo.
La storia è passata di qua: Potenza e Venosa
I monti dell'Appennino la fanno da padroni in tutta la zona dell'entroterra, tanto che Potenza gode il primato di capoluogo di regione più alto dell'Italia peninsulare. Visitando il quartiere del centro storico, abbiamo scoperto che è una specie di città nella città: è chiamato abitualmente "Sopra Potenza" e si trova nel punto più alto della città, a 819 m.
Il modo migliore per non perdersi i punti di interesse è percorrere via Pretoria, la strada principale che un tempo conduceva al castello, di cui rimane solo una torre: dal Duomo neoclassico ai bei palazzi, dalla piazza con il Teatro all'antichissima Chiesa di San Michele Arcangelo, attraversiamo tutte le forme di una città segnata dalla dominazione romana, normanna, angioina e borbonica. Ritroviamo la stessa composizione di stili e di architetture anche a Venosa, una città piccola ma che scopriamo straordinariamente bella: l'opera di tutti i popoli che la occuparono l'ha trasformata infatti in uno splendido gioiello, dove le rovine si confondono con il paesaggio moderno in un connubio felice. Il Parco Archeologico è forse per questo il luogo più affascinante, con i resti delle Terme, dell'Anfiteatro e delle Domus, ma anche con quelli delle catacombe ebraiche e del vasto complesso benedettino della SS. Trinità. Quest'ultimo non venne mai completata: la chiesa Nuova ha solo i muri perimetrali e parte del colonnato e ci appare romantica e curiosamente in armonia con le rovine che la circondano. Il centro storico è dominato dal Castello di Pirro del Balzo, un po' rude, soprattutto se accostato alle aggraziate fontane monumentali che si incontrano per Venosa. Per completare il mosaico culturale del luogo, non potevamo che concludere con un aperitivo a base di Aglianico di Vulture, il fantastico e profumatissimo vino rosso color rubino che abbiamo "misurato con il cervello e bevuto con il cuore", come suggeriva il poeta Orazio già nel 65 a. C, nato proprio in questa città.