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Vacanza in Grecia sulla rotta delle aragoste

08.09.2015
Indice

Tra Ikaria e Samos, a pochi km dalla costa turca, emergono dal mare 30 km quadrati di superficie con oltre 120 km di costa. Quei 30 km quadrati sono la casa delle mille persone che vivono a Fourni, il minuscolo arcipelago composto da sei isole che abbiamo deciso di esplorare durante la nostra vacanza in Grecia. Qui oltre a Fourni, capoluogo dell'isola più grande e omonima, c'è solo un altra piccola cittadina: Chrisomilea, nella zona settentrionale.

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A portarci a Fourni è stata la curiosità nei confronti della secolare tradizione della pesca, che rende l'arcipelago famoso in tutta la Grecia. Basti pensare che qui ci sono 140 pescherecci e, fatte le debite proporzioni, ci si ritrova di fronte a una delle flotte da pesca più imponenti, nel tratto di mare più produttivo del Paese.

Da Atene a Tessalonika, da Patrasso a Creta, se chiedete dove si trovano le aragoste più buone e il pesce di migliore qualità, la risposta è una sola: "Fourni!". Quando scendiamo sulla terra ferma le piccole barche colorate si spostano in fretta sull'acqua cristallina del porto, scivolando leggiadre verso il largo, dove il mare si fa subito profondo e scuro. È sera, e i pescatori partono per la loro uscita quotidiana, come in una processione verso le acque dell'Egeo Orientale.

Usanze e ritmi d'altri tempi

Il punto di attracco per chi arriva a Fourni è il porticciolo costruito all'interno di un'ansa profonda, al sicuro dalle forti correnti che agitano il mare oltre due promontori rocciosi. Poco lontano dalla costa dell'isola principale si scorge l'isolotto di Thimena. Anche lì, ci dicono, abitano i pescatori e le loro famiglie che ogni tanto vengono in "città" a fare provviste. È una vita che scorre lenta sulla terraferma, durante le ore più calde del giorno, e veloce in acqua, con il viavai di varkoules, i tradizionali e piccoli pescherecci colorati. Sul lungo mare, invece, è tra le 6 e le 8 della mattina che la gente si muove di più: i caicchi tornano verso la terraferma con i loro carichi e i ristoratori delle tante taverne vengono ad assicurarsi il pezzi migliori. È un gran mercanteggiare, tra crostacei, gamberi, astici, cernie, spigole, orate, pesci spada, triglie, tonni, saraghi, merluzzi e calamari.C'è davvero tutto e il pesce, pesato sulle stadere antiche ma ancora funzionanti, passa al vaglio delle vecchie signore con il tipico occhio di chi non si fa fregare.