Chiamaci allo
0721.17231
Siamo a tua disposizione da lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 20.00; sabato dalle 9 alle 18 (festivi esclusi).
Oppure ti chiamiamo noi

Scegli tu l'orario che preferisci

Accedi o registrati all’Area Riservata per accedere ai contenuti.
Accedi o registrati
In evidenza

Scopri tantissimi vantaggi pensati per te: servizi, convenzioni e informazioni utili!

Tutte le informazioni utili per il tuo prossimo viaggio a portata di mano!

Viaggia e accumula punti per la tua prossima vacanza!

Iscriviti al nostro canale per rimanere sempre aggiornato su novità ed offerte esclusive!

​​Domus de Janas: le case delle fate in Sardegna

14.03.2023
Indice

Le Janas sono creature immaginarie della tradizione popolare sarda, donne minute dall’indole lunatica, un po’ streghe e un po’ fate, sia gentili che birichine. Molto più piccole degli esseri umani, in qualche modo sono una versione sarda degli elfi. Si dice siano creature per niente spirituali, ma demoni nel senso greco del termine, in altre parole esseri a metà strada fra il mondo umano e quello divino. La loro piccola taglia permetteva loro di vivere nelle “Domus” che sarebbero piccoli alloggi costruiti nella roccia.

Ovviamente si tratta di una leggenda sarda che combina elementi magici con le costruzioni millenarie in pietra presenti su tutta l’Isola da Cagliari a Santa Teresa di Gallura e sembra l’inizio di una fiaba. Le Domus sono in realtà delle caverne scavate nella roccia dalle antiche civiltà sarde più di 5.000 anni fa.

DestinazioneDove vuoi andare?
TipologiaSeleziona la tipologia
ChiOspiti
AndataAggiungi data
RitornoAggiungi data

LE CASE DEI DEFUNTI

Come appena detto, le Domus erano caverne funerarie scavate nella terra, o meglio nella roccia, dai sardi al fine di seppellire i loro morti. Le caverne erano posizionate una accanto all’altra in numero elevato, a formare necropoli che potevano ospitare fino a un centinaio di corpi. I corpi erano depositati in posizione fetale accanto agli averi che si credeva fossero necessari per il viaggio verso l’aldilà. Molti credono che i defunti venissero posizionati in quel modo solo dopo essere stati lasciati all’aperto e quando di loro rimaneva solo lo scheletro, venivano depositati nelle caverne. “Domus” in latino significa casa ed infatti le “Domus de Janas” sono la perfetta miniatura (più o meno la metà) delle case di questa antica civiltà;  in poche parole anche i morti avevano una loro casa dove abitare. Allora si credeva molto nella rinascita dopo la morte, i corpi venivano pitturati di ocra  rosso, il colore rosso rappresentava il sangue che avrebbe riportato il defunto alla vita.

L’ANTICA CIVILTA’ DI OZIERI

Il culto dei morti è sempre stata una caratteristica fondamentale nelle culture primitive e le prime civiltà della Sardegna non erano un’eccezione. Dopo la scoperta di alcuni resti nella grotta di San Michele ad Ozieri, in provincia di Nuoro, gli storici sono arrivati alla conclusione che le Domus de Janas appartenevano ad un popolo che non aveva niente a che vedere con le altre culture precedenti. Le testimonianze mostravano uno stile di vita e di abitazione totalmente diversi. Quindi questa civiltà fu chiamata la civiltà di Ozieri o la civiltà di san Michele. La popolazione probabilmente risale al 3.500 AC, era dedita al lavoro nei campi e molto tranquilla. La loro religione era basata sulla natura e le sue varie manifestazioni. Il Toro ed il Bue venivano adorati e rappresentavano la virilità e la fertilità mentre la Luna rappresentava la “Dea madre” al femminile.

SANT’ANDREA PRIU

Visitare queste necropoli è un’esperienza molto interessante perché non solo sono monumenti straordinari ma anche delle vere e proprie testimonianze storiche che mostrano come erano le abitazioni di queste civiltà di oltre 5000 anni. La più straordinaria è la bellissima Sant’Andrea Priu, vicino a Bonorva circa 50 km a est di Bosa e 50 km a sud di Alghero. La necropoli domina la silenziosa e vasta valle di Santa Lucia, punteggiata da case e pecore, ed è incastonata in un monte di trachite. Andare a visitare le molte “stanze” di queste incredibili case grotta a Sant’Andrea Priu è emozionante. Una delle Domus fu trasformata in una chiesa nei tempi Bizantini, qui si possono ammirare degli affreschi meravigliosi (restaurati nel 1997) e osservare la vecchia narthex (l’entrata della chiesa dove risiedevano i non ancora battezzati )  e il presbiterio con l’altare. L’ultimo colpo di scena è un grande masso nella forma simile a quella di un toro. Molti si sono chiesti se la forma della roccia fosse naturale oppure creata artificialmente. Rimarrà un mistero. Il “toro” non ha la testa e anche qui ci sono varie teorie, si pensa che una testa di legno o argilla venisse aggiunta durante le celebrazioni, un’altra ipotesi è che la testa sia stata tagliata dai cristiani.
Una chiesa da non perdere a Bonorva è la chiesa di San Lorenzo.

Le migliori offerte per la tua vacanza in Sardegna