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Istanbul, il cuore di un viaggio in Turchia
Istanbul, il cuore di un viaggio in Turchia
Un'immagine, un profumo, un sapore o il magico richiamo dei muezzin al tramonto? Impossibile descrivere in una parola il fascino di Istanbul, tappa indimenticabile del mio viaggio in Turchia. Orientale e occidentale, romana, bizantina, ottomana e turca, è un tripudio di architetture, suoni, aromi e panorami diversi e intriganti. Ecco il mio percorso ideale, per farsi sedurre da una città eterna.
Architetture sacre preziose come gioielli
Il mio alloggio è a Sultanahmet, il quartiere storico. Esco di prima mattina e anche se la città è già viva e brulicante da ore, raggiungo in un attimo la piazza dove si affacciano la Moschea Blu e la Chiesa di Santa Sofia. Questi due edifici, uno di fronte all'altro, sembrano due principesse a confronto: non potendo eguagliare la bellezza di Santa Sofia e della Moschea di Solimano (la più grandiosa della città), leggo che la Moschea Blu venne costruita con ben sei minareti e una particolarità che mi investe non appena varcata la soglia.
Le pareti, le colonne, gli archi, tutto l'interno è ricoperto da 21.043 smaglianti maioliche Iznik, che danno vita a un'atmosfera surreale e bellissima, di una sfumatura che va dal blu a verde, ravvivata dai lampi di luce di 260 finestrelle. Ma nella chiesa di Santa Sofia capisco la difficoltà del paragone: gli interni, ricoperti di splendidi mosaici, sembrano rivestiti d'oro e ho l'impressione di trovarmi dentro uno scrigno, coperto da cupole decorate da merletti di pietra, e arredi e pietre preziose antichi e splendenti.
Il luogo storico più curioso
Devo confessare di averla vista per la prima volta in un film di James Bond, ma sicuramente la Cisterna Basilica non ha bisogno di pubblicità per attirare visitatori. Esco da Santa Sofia e in pochi minuti passo dal luogo più bello a quello più curioso del mio viaggio in Turchia. La particolarità unica di questa enorme cisterna sotterranea, utilizzata per stivare l'acqua in caso di assedio, è che il soffitto è sorretto da 336 bellissime colonne romane. Buia e umida, sull'acqua si riflettono lampi rossastri di luce e mentre attraverso le passerelle sospese rimango stregata da questo percorso dantesco, concluso da due enormi teste di Medusa capovolte, utilizzate come basi per le colonne all'opposto dell'entrata.
Immersione fra colori e profumi del Gran Bazaar
Istanbul non è solo cupole e sottili minareti, ma aria speziata, colori e melodie esotiche e intriganti. Dove trovare queste cose tutte insieme? Nella zona del Gran Bazar! Davanti al Ponte di Galata, è la parte più antica di una zona commerciale vastissima, dove non c'è marciapiede senza che qualcuno venda qualche cosa: dalle ciambelle di sesamo, alle spezie, ai vestiti, i venditori ambulanti ti fermano per contrattare, parlare, scherzare, annusare, toccare qualcosa che riusciranno comunque a venderti. Il Gran Bazar è il mercato coperto più grande del mondo ed originariamente era dedicato solo alla vendita delle spezie. Ora la gamma di prodotti è infinita, ma sono indimenticabili i banchi di zafferano giallo, curry dorato, paprika, peperoncino ed henné, addobbati con collane di fichi secchi e gocce ambra di uva sultanina. Ma si trovano anche funghi curativi, tantissimi gusti di tè deliziosi e dolci di ogni varietà e colore, da quello di gomma arabica a quelli soffici, ripieni di noci e miele, golosissimi all'aspetto. Sono uscita al mercato inebriata da profumi di rosa, zucchero e cannella, dai colori, dai suoni, dai sapori e dall'estrema gentilezza delle persone
Immersione nell'hamman
Una cosa da non fare assolutamente è lasciare Istanbul senza passare per un hamman per bagno turco. Queste architetture, da sole, varrebbero un viaggio in Turchia. Quello che ho visitato io si chiama Cagaloglu e, neanche a dirlo, è famoso per essere stato ripreso in una scena di un film Indiana Jones. Dopo il meraviglioso massaggio, eseguito a regola d'arte da una gentile signora, ho visitato meglio anche il bellissimo interno, dove si trova anche una sala del caldo dove la temperatura raggiunge i 50 gradi. Finito il trattamento, mi sono riposata nel lettino del mio spogliatoio personale, sorseggiando un tè e pensando a come concludere degnamente il mio viaggio in Turchia.
Lo sguardo più bello su Istanbul
Me lo sto ancora domandando quando arrivo, in serata, al Caffè Pierre Loti. E trovo la risposta davanti ai miei occhi: questo è un piccolo locale in stile francese dove lo scrittore Pierre Loti si ritirava a lavorare. La terrazza con i tavolini rossi e bianchi è un abbraccio sul più suggestivo spettacolo notturno che abbia visto a Istanbul. Sotto di me si snoda il Bosforo; alla mia destra, sotto un cielo stellato, splendono due moschee ammantate di luce dorata. In lontananza, sotto un reticolo di puntini illuminati c'è Istanbul, bella, seducente e indimenticabile incontro fra oriente e occidente.