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Sogni di sabbia e mare
Chi mette piede a Lhaviyani per la prima volta ha l’impressione di essere arrivato in un paradiso fatto di sabbia e mare trasparente. Un luogo dove la natura è talmente perfetta da rasentare la bellezza di un’opera d’arte.
Ebbene, il viaggiatore che sbarca su quest’isola ha la suggestione di essere in un luogo dove nessun uomo sembra aver mai vissuto, almeno non in epoche recenti.
Alla scoperta di Lhaviyani
In realtà la storia di Lhaviyani è antica e risale ai primi anni del ‘600, quando Mohamed Imadudheen divenne Sultano delle Maldive e scelse questo luogo da sogno per abitarvi e porre le basi di una prima civilizzazione dell’atollo. Il suo sultanato, durato dal 1620 fino al 1648 fu pacifico e illuminato, sebbene oggi rimangano poche tracce del suo passaggio, tutte quante concentrate nella zona centrale dell’atollo dove si trovano un antico cimitero e le suggestive rovine di una moschea.
Il mare bagna l’atollo toccando le sue lunghe spiagge ornate da palme che creano un riparo naturale dal sole che riscalda l’isola praticamente in ogni stagione. Le spiagge sono di sabbia bianca, delicata sulla pelle, non scotta mai e si estende ai piedi del visitatore invitandolo ad immergersi nelle trasparenze dell’Oceano Indiano. Lisola di Madhiriguraidhoo è la più ampia dell’atollo di Lhaviyani e si affaccia su di una spiaggia di sabbia bianca, circondata da una natura incontaminata e lambita da acque cristalline. L’atollo si trova a 120 chilometri da Malè – la capitale della Repubblica delle Maldive – ed è raggiungibile con idrovolante in meno di 40 minuti. La sua estensione complessiva - 37 chilometri di larghezza e 35 di lunghezza – lo rende un centro importante. Turismo e pesca sono le principali attività locali che si concentrano nelle isole più grandi di Naifaru, Hinnavaru e Felivaru, ed è grazie all’intensa attività di pesca che è possibile gustare pesce freschissimo e di eccellente qualità. Le isole nell’area dove si trova l’atollo di Lhaviyani sono tutte quante di origine madreporica e ognuna è un’autentica perla dal punto di vista naturalistico. Qui si parla la lingua maldiviana - detta dhivehi - che deriva dal cingalese anche se con notevoli differenze. L’inglese è compreso da quasi tutti e la popolazione è accogliente e pacifica. Il viaggiatore è benvenuto e i locali sanno essere discreti e gentili.
Fra pesci tropicali, coralli e relitti
Le spiagge di sabbia fresca e bianca e il mare cristallino e invitante non sono le sole frecce nell’arco dell’Atollo di Lhaviyani, ma è anche la combinazione perfetta di flora e fauna a rendere questo luogo una meta ideale per chi ama le bellezze sotto il pelo dell’acqua e le immersioni in profondità. Sull’isola di Madhiriguraidhoo la barriera corallina che caratterizza le Maldive è meno vicina alla costa rispetto ad altre destinazioni, ma proprio per questo risulta incontaminata e in perfetto stato di conservazione, ricca di straordinaria e coloratissima fauna. Sia che si faccia diving o semplicemente snorkeling è un piacere nuotare fra pesci di ogni tipo, dall’aspetto pittoresco, ognuno dei quali caratterizzato da colori sgargianti. Dal pesce farfalla al pesce istrice, dal pesce chirurgo al pesce trombetta, senza dimenticare il popolarissimo pesce pagliaccio, reso celebre dal noto cartoon della Walt Disney Alla ricerca di Nemo e proprio per questo amatissimo dai bambini. Attraverso escursioni guidate in barca è possibile avvistare squali e delfini, razze e testuggini che si trovano a largo, fuori delle aree balneabili e popolate soltanto da pesci curiosi, amichevoli e inoffensivi. Immergersi nelle acque dell’Atollo di Lhaviyani è davvero un piacere anche per via delle acque dalla temperatura mite, perfetta per grandi e piccoli. Gli esperti di immersioni hanno soltanto l’imbarazzo della scelta fra una moltitudine di straordinarie escursioni sulla barriera corallina. Ad esempio si può vivere l’indimenticabile esperienza di esplorare i due relitti, a 30 metri di distanza l’uno dall’altro, nell’area occidentale dell'atollo, dentro il canale che separa Felivaru e Gaaverifaru. La prua di uno dei due emerge dall'acqua per circa 5 metri e il fondale è piuttosto basso. Entrambi – dopo decenni dal loro naufragio – si sono inseriti nell’ecosistema maldiviano: sono ricoperti interamente da madrepore e popolati da tutti i pesci tropicali della barriera corallina.
Gourmet sotto le palme
La cucina locale ha un carattere estremamente semplice ma non è priva di autentiche note di gusto, essenzialmente dettate dalla bontà delle materie prime e soprattutto del pesce. In particolare il tonno, pescato in zona e con la lenza, ha carni tenere e saporite. Viene generalmente cucinato alla griglia o al forno, accompagnato da riso bollito o fritto oppure da verdure cotte (ottimo il kukulhu bis riha, patate con cocco e spezie), spesso con abbondanza di spezie dolci o piccanti, come nel caso del thelulimas (tonno fritto con peperoncino e curry) o del kandumahu mussanmaa (tonno con spezie in agrodolce). Gli ingredienti base della cucina maldiviana sono essenzialmente pesce, verdure locali, carne di manzo o pollo, uova, ma soprattutto noce di cocco che da queste parti cresce in abbondanza, specie lungo le spiagge. I piatti sono accompagnati dal riso, oppure dal pane azzimo (chiamato roshi) o dal papadhu, una sorta di rielaborazione in chiave maldiviana del poppadums indiano. Il cumino e il peperoncino sono in molte ricette, ma è il curry locale – che qui viene chiamato riha - la spezia più popolare. Il livello di piccantezza della cucina maldiviana è decisamente elevato ed è bene fare attenzione a quello che si sceglie per evitare spiacevoli inconvenienti. In caso contrario si può far conto sulla principale bevanda locale: il tè, che fortunatamente viene servito freddo e zuccheratissimo. Solitamente è di ottima qualità, anche per via della vicinanza allo Sri Lanka e alla conseguente possibilità di usufruire di tutte le qualità del tè di Ceylon. Fra le cose da bere e da non perdere vi sono gli straordinari succhi di frutta e le bevande a base di latte di cocco che rappresentano appieno il gusto dolce e forte delle Maldive oppure il raa, un delizioso tipo di vino di palma. I gourmet più coraggiosi possono spingersi ad assaggiare una delle più genuine glorie delle tavole locali, il Chichandaa satani, pelle di serpente con peperoncino, cipolla e latte di cocco.