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Museo del Rhum Havana Club

07.09.2015
Indice

Un museo con gusto cubano: Museo del Rhum Havana Club

Se, come si sa dappertutto, il prodotto più caratteristico di Cuba durante gli ultimi duecento anni è stato lo zucchero ricavato dalla canna, risulta allora ovvio che il bouquet del rhum nazionale esprime - come nessun altro prodotto - l'anima dell'Isola Grande: energica, allegra e seducente. Non vale la pena riaprire il solito e inutile dibattito sulla superiorità di qualsiasi dei migliori rhum che escono dalle distillerie dei paesi dei Caraibi nei confronti dei suoi concorrenti. L'importante invece è sottolineare le meravigliose specificità del marchio Havana Club (risalente al 1878), e cioè: il suo gusto, la sua fragranza, la sua delicatezza, che sono assolutamente irrepetibili e quindi esempio di vera tradizione.

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Un viaggio nell'antica produzione del rhum

Irrepetibile altrettanto è il museo auspicato da questa industria, insediato presso un bellissimo palazzo settecentesco costruito secondo i più perfetti parametri dello stile detto "barocco cubano", situato a solo duecento metri dalla coloniale Piazza di San Francesco, indimenticabile soprattutto per la stupenda attrezzatura che rende evidente ognuna delle tappe successive del processo produttivo: fermentazione, filtrazione, invecchiamento, miscela ed imbottigliamento.

Memorabile anche per l'altissima qualità professionale della guida (parlante italiano), che rende il percorso un vero e proprio spettacolo, oltre che un'eccellente lezione di storia, di botanica e di tecnica industriale. La prima puntata infatti è già un divertimento: il campanello è battuto con forza da un volontario, con cui si annuncia la partenza del gruppo turistico, che sale al piano principale e all'improvviso si trova davanti ad una botte gigante attraverso la quale si entra in un salone; dopo aver sentito la spiegazione concernente l'utilizzo del rovere bianco nella confezione semi-artigianale delle botti. Poi verranno date informazioni sull'origine indiana della canna da zucchero, sul trapianto a Cuba di questa specie a partire dal sedicesimo secolo, sulla schiavitù della mano d'opera africana ed il suo dantesco sfruttamento nelle piantagioni dell'Isola; di seguito verrà spiegato il modo di spremere la pianta per produrre la melassa e come dall'alcool derivatone si distilla quella razza di grappa aspra che in spagnolo si conosce come aguardiente, materia prima principale per l'industria del rhum.

Un assaggio del miglior Havana Club

Particolari risultano, dentro lo spartito spettacolare del giretto (della durata di circa mezz'oretta), due tappe: da una parte, la mostra del modellino di uno zuccherificio tipico, circondato dal vicinato detto "batey", dai silos, dai magazzini e dalle ferrovie lungo le quali corrono i vagoni carichi di canna, trainati dalla pittoresca locomotiva del primo Novecento, un vero e proprio giocattolo che pochi anni fa ha vinto il primo premio in un importante concorso internazionale di "maquette"; dall'altro, il momento della chiusura del percorso, con un assaggio del buon rhum riserva Havana Club stagionato, presso il lussuoso bar dell'edificio. Non dimentichiamo che si tratta di un museo dove si sponsorizza la marca che negli ultimi quindici anni si è associata ad alcuni dei più importanti distributori di bevande alcoliche nei mercati del Primo Mondo (ad esempio: Pernod Ricard e Cinzano); una marca che vende milioni di litri annualmente nei paesi dell'Europa occidentale, in alcuni dei quali, come l'Italia - domina il mercato del rhum; una marca che si ritiene praticamente indispensabile per la confezione dei famosi cocktail cubani che sono diventati molto popolari nei cinque continenti. Infatti ormai non possono mancare nell'offerta di qualsiasi bar: il mojito, il Cuba libre, il daiquiri e via dicendo. Perciò la visita del Museo del Rhum può diventare addirittura un'opportunità eccezionale per l'acquisto dei suoi prodotti, nel negozietto del posto, a titolo di souvenir bello, utile e col sapore indiscutibile di Cuba. Josué Marrero