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Viaggio in Corsica dal Medioevo a Napoleone

04.01.2015
Indice

Tradizioni marinare e celebrazioni napoleoniche

Il nostro viaggio in Corsica prosegue all'insegna dell'archeologia e delle tradizioni, in un arco di tempo che va dalla preistoria fino all'epoca napoleonica. Abbiamo esplorato alcuni dei siti più importanti dell'Alta Rocca, in cui sono custoditi i segreti delle antiche civiltà che hanno popolato l'isola. Ma un viaggio in Corsica durante la bella stagione offre anche la possibilità di partecipare a rievocazioni: momenti di festa per il popolo corso che racchiudono profondi significati simbolici.

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Un salto nell'Età del Bronzo

Il primo luogo in cui ci avventuriamo è il sito archeologico del Castellu d'Araghju, poco distante dalla cittadina di Porto Vecchio. Visitarlo equivale a fare un salto indietro nel tempo fino all'età del bronzo, epoca in cui fu costruito questo villaggio/fortezza, perfettamente conservato e datato 2000 a.C. Un edificio rigoroso e geometrico, con una grande entrata che conduce a una piazza rotonda, fulcro delle attività artigianali dei suoi antichi abitanti.

Tutto intorno un panorama splendido, che dalla cima del promontorio in cui ci troviamo fotografa l'intero golfo di Porto Vecchio. Con il blu del mare davanti agli occhi e il rosa delle montagne di granito alle spalle l'atmosfera è davvero suggestiva. Il sito si raggiunge solamente a piedi, attraverso un sentiero di pietra calcarea e circa mezz'ora di cammino, tra il silenzio e gli odori tipici delle isole del Mediterraneo.

La residenza dei Biancolacci

Dal sito di Araghju ci siamo spostati di pochi km verso Levie, dove abbiamo scoperto il museo dell'Alta Rocca e i tesori in esso custoditi. Quasi 10.000 anni di storia e di presenza umana sull'isola "kallistea", esposti in una serie di reperti. Il pezzo forte è la dama di Bonifacio, il più antico ritrovamento umano scoperto in Corsica, risalente al 6570 a.C. Poco lontano dal centro di Levie ci attendono altri due siti di notevole rilievo archeologico. Il primo, simile a quello di Araghju, è il villaggio monumentale di Cucuruzzu, risalente al 1500 a.C. Si sviluppa sopra uno sperone naturale di roccia e comprende, oltre una cinta muraria, un monumento composto da enormi pietre sovrapposte. All'interno delle mura sono ben conservate logge per le attività artigianali, cunicoli per stoccare gli alimenti e grandi vasche per la frantumazione dei cereali. Da Cucuruzzu un sentierino conduce, attraverso un bosco di querce secolari, al sito di Capula. Qui si passa dall'età del bronzo alla gloriosa epoca medievale dell'Alta Rocca, tra le lotte di conquista dei Signori Biancolacci e le crociate contro i Saraceni. Arrampicato su una collina ricoperta da lecci, il maniero si mostra davanti ai nostri occhi in tutta la sua possenza. Scopriamo che fu costruito nel IX secolo e che per oltre 400 anni ha ospitato i discendenti del Conte Bianco, signore dell'Alta Rocca.

I fuochi di Sant'Erasmo

Da Levie saliamo verso nord-ovest, in direzione Ajaccio, dove sappiamo che da alcuni anni, grazie a un'associazione appositamente creata, nell'area del porto ai piedi della cittadella si svolgono le celebrazioni di Saint Erasme, patrono dei pescatori. Scopriamo che i cosiddetti fuochi di Sant'Erasmo hanno origini molto antiche: prima pagane e in seguito assimilate dalla tradizione cristiana. Se i Greci credevano che a soccorrere le imbarcazioni in difficoltà fossero i Dioscuri, Castore e Polluce, illuminando la via del mare, in epoca cristiana si attribuisce il soccorso di marinai e pescatori a Sant'Erasmo. In suo onore furono eretti numerosi templi in tutto il Mediterraneo e oggi nel mondo si contano oltre 2000 chiese a lui dedicate. La leggenda racconta che durante un viaggio in Corsica, naufragato in mare, Sant'Erasmo fu salvato da una nave e condotto a terra. Il capitano della nave gli chiese di mostrargli le sue capacità di santo e questi, come ricompensa per averlo salvato, gli promise di avvertirlo con un fuoco prima di ogni futuro incombere della burrasca. Da quel giorno cominciarono ad apparire i suoi fuochi a marinai e pescatori in difficoltà su tutte le rotte del mar Mediterraneo.

Le giornate napoleoniche

Ad Ajaccio si conclude il nostro viaggio nella Corsica delle origini, senza perdere però l'occasione di goderci l'appuntamento più sentito dell'estate corsa, proprio nella città in cui, nel 1769, nacque Napoleone Bonaparte. Si tratta delleGiornate Napoleoniche, che dal 13 culminano il 15 agosto di ogni anno con una grande festa di compleanno in onore dell'Imperatore. Il primo giorno è dedicato alle parate nel centro cittadino, inclusa quella della Guardia Imperiale: un grande spettacolo di luci, suoni e danze. Seguono il Cambio della Guardia e la messa solenne con processione fino a casa Bonaparte. Ciò che ci ha stupito di più, al di la della "tre giorni" di celebrazioni, è stato accorgerci che ad Ajaccio tutto parla di Napoleone: caffè, locali, negozi e musei. Dalla casa di Napoleone a place Letizia, proprietà della famiglia Bonaparte dal '600 e restaurata prima dalla madre e poi da Napoleone, alla rue Bonaparte, con negozietti d'antiquariato e palazzi nobiliari diventati hotel a cinque stelle. E ancora, il lungo fiume Napoleon e l'Hotel de Ville, sede di un piccolo museo napoleonico, o la pinacoteca di rue Cardinal Fesch, zio di Napoleone, in cui risiede la più grande collezione di dipinti italiani all'estero, dopo quelli esposti al Louvre. Quale Corsica ci attende ora?