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Viaggio nell'arte di Marsa Alam
Cinema e letteratura sono in Egitto il frutto di una cultura secolare e raccontano, in maniera inaspettata, una società senza tempo. Quella egiziana è una delle più antiche e prolifiche industrie cinematografiche del mondo; nel 2007 il cinema egiziano festeggia infatti i suoi primi cent'anni di vita, un traguardo importante raggiunto grazie all'ottima qualità dei prodotti, ad un pubblico estremamente maturo e ad un palcoscenico come il Cairo Film Festival, da trent'anni la più prestigiosa vetrina cinematografica di tutto il continente africano e dell'intero mondo arabo.
Cinema
Per comprendere l'importanza che il cinema riveste nella società egiziana basta osservare i numerosi cartelloni con divi sorridenti che tappezzano le città di tutto l'Egitto. Con l'esclusione Omar Sharif, il celebre Dottor Zivago, pochi sono però i casi di attori o film prodotti al Cairo e approdati in Occidente; eppure nel decennio 1940- '50 qui vennero prodotte pellicole che, secondo i critici di tutti i tempi, nulla avevano da invidiare al più famoso cinema hollywoodiano. È il caso di Fatma con la star Umm Kulthum, il più famoso di questi film pieni di glamour, nei quali viene mostrata la vita a cui aspirava la maggior parte del popolo egiziano. Nei decenni successivi da una parte prese sempre più piede la commedia popolare, mentre dall'altra si avvertì la necessità di dare alla società un quadro reale di sé stessa. Khalli Balak min Zouzou (Watch out for Zouzou), ad esempio, è un caso quasi anomalo, ma di grande successo, in cui temi politici e sociali vengono, per così dire, alleggeriti dai canti e dalle danze della splendida e affascinante Suad Husni. Oggi il cinema egiziano domina su tutta la produzione araba e film di successo, come Imrat Yacoubian (The Yacioubian Building), hanno conquistato spettatori di tutto il mondo. Ritratto della società egiziana a ridosso della prima guerra del Golfo, il film mostra un volto sconosciuto dell'Egitto moderno. Di questa generazione di registi impegnati il più insigne rappresentante è probabilmente Youssef Chahine, vincitore di un leone d'argento al Festival di Berlino nel 1978 con Alexandria... Why?. Politica, guerre, fanatismi religiosi, sessualità controverse; come pochi altri registi suoi conterranei, Chahine racconta tutta la società egiziana, anche quella più scomoda e isolata, ma non per questo inesistente.
Location perfetta
Purtroppo quasi tutte le pellicole prodotte in Egitto non hanno doppiaggio o sottotitoli in italiano; esistono però film occidentali di successo che mostrano qualche scorcio di questo magnifico Paese. Indimenticabili ad esempio le immagini, e la suspance, di Morte sul Nilo di John Guillermin o il Mar Rosso de I Dieci Comandamenti con Charlton Heston, girato nei pressi di Abu Rudeis, nella penisola del Sinai; il magnifico tempio di Abu Simbel è invece al centro di una delle spettacolari azioni dello 007 Roger Moore in The spy who loved me, mentre la celebre Moschea di Alabastro (Moschea di Mohammed Ali) è la location di alcune scene di Malcolm X di Spike Lee.